top of page

INCLUSIONE: COME PARTIRE PER COSTRUIRE BELLE E BUONE STAZIONI

Immagine del redattore: editedit

L’essere umano attraversa diverse fasi vitali. Per attraversarle ha bisogno di essere educato, formato ed istruito. I primi luoghi e reti che permettono la crescita dei piccoli umani sono la famiglia e la scuola, le quali possono essere intese come dei binari che sostengono un treno. Il treno è costruito e costituito a sua volta da “tutti” i bambini ed adolescenti, ed ogni singolo vagone rappresenta il singolo bambino, che nelle differenti fasi manifesta i propri bisogni. Perciò, sosta importante è sicuramente l’ambiente scolastico, sia fisico che sociale.

L’intero percorso riguarda tutti, adulti e bambini, che in sintonia devono crescere e prendersi cura l’uno dell’altro. Facile a dirsi.

Per comprendere al meglio di cosa si tratta è opportuno fare un passo indietro e cercare tra le pagine storiche di quella che chiamiamo inclusione.

Il concetto di “bisogni speciali” ha convissuto sempre con quella che viene intesa come “normalità” sotto il nome di “integrazione” con le famose classi differenziali. Però, con il tempo e svariati tentativi, i professionisti del settore (insegnanti, psicologi, genitori, dirigenti ed educatori) hanno tentato di imboccare, sempre più, la via maestra, per il miglioramento qualitativo della vita di ciascuno e di tutti. Di base esisteva un’etichetta molto rigida (normalità vs disabilità) che si sta evolvendo verso la plasticità.

Per comprendere, è opportuno riprendere l’esempio fatto sopra. Si prenda un insieme di tanti vagoni, tutti colorati. Ogni vagone rappresenta un allievo. Il colore di ciascuno è prezioso. Quindi, ogni allievo è prezioso. Ciò che aiuta ogni carrozza a viaggiare costruendo il progetto giusto per ognuno è la strada con le fermate e le dovute deviazioni fatte di incontri, ruoli e scelte. Tutto questo si co-costruisce assieme ad allievi, famiglie, scuola e professionisti (psicologi, educatori, assistenti sociali) attraverso il percorso scolastico che inizia dalla scuola dell’infanzia e dura fino alle scuole secondarie di secondo grado.

In Italia, per operare "sul campo" a livello legislativo si fa riferimento a due leggi. La prima legge è stata stilata ed emanata nel ’92, ovvero la 104/92. La seconda più recente ha già 12 anni ed è stata emanata nel 2010, ovvero la 170/2010.

Tramite tale riconoscimento è possibile operare per il benessere del bambino e di chi se ne prende cura, in particolar modo i genitori. Nei BES rientrano tutti i bambini, quindi anche quelli che rientrano ed hanno diritto alla certificazione, grazie alle leggi annoverate prima. Nello specifico alla legge 104/92 appartengono i bambini diversamente abili con particolari disturbi del neuro sviluppo come l’autismo, disabilità intellettive, sordità e/o cecità.

La legge 170/10 è dedicata ai bambini DSA, che presentano disturbi nell’abilità dell’apprendimento (disortografia, discalculia, disgrafia e dislessia). È opportuno a tal proposito fare un ulteriore approfondimento. I disturbi elencati sopra appartengono al dominio dell’apprendimento, in particolare all’ abilità della letto-scrittura e del calcolo, in quanto il disturbo si manifesta proprio durante gli anni pre-scolari e scolari. Per completezza, però, è opportuno dire che nei BES non rientrano soltanto i bambini e ragazzi “certificati” ma anche coloro i quali attraversano disagi di diversa entità e natura. Si pensi per esempio alle situazioni di separazione e/o divorzio, di condizioni socio- economiche svantaggiate e/o a limite, accompagnate anche da un assetto socio- economico svantaggiato ed anche per ultimo, ma non di certo meno importante, anche situazioni traumatiche date da condizioni particolari come morti premature dei genitori, guerra e/o altre calamità naturali (terremoti, maremoti etc.).


Dott.ssa Giovanna Tammaro


77 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


©2021 di SPLab - School Psychology Laboratory

bottom of page