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"L'appello": una storia di resilienza

Una canzone di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti recita così “La cura è spesso nascosta dentro la malattia”.



"La cura è spesso nascosta dentro la malattia," fa riferimento al concetto che in situazioni difficili o sfide personali, si possono trovare le risorse per la guarigione o il superamento delle difficoltà. Questo concetto può essere applicato al romanzo di Alessandro d'Avenia intitolato "L'Appello."


Il romanzo è ambientato in una scuola, ecco il motivo per il quale è stato scelto per la trattazione in queste righe.

Siamo tra pre-adolescenti e adolescenti e il protagonista principale è il professore di scienze. Un uomo ipovedente che ritorna a lavorare a scuola dopo un periodo di pausa.

All’ inizio della sua avventura anche il preside è alquanto contrariato della presenza del professore.

Con il tempo la classe cerca d’accettare la diversità del “nuovo professore” che sperimenta qualcosa di inusuale. Costruisce un appello.

Ma cosa vuol dire? Perché costruisce un appello?

Di norma, durante i primi quindici minuti circa, i docenti sono tenuti a verificare la presenza dei propri alunni all'interno dell'aula.

Attraverso la funzione dell’appello, nel corso di tutto il romanzo, la classe, guidata dal professore - anche se ipovedente - acquisisce un ruolo centrale e vitale. Ogni membro del gruppo di studenti ha l'opportunità di condividere le proprie storie personali e le esperienze di vita. L'obiettivo principale è promuovere la condivisione e l'apertura tra i membri della classe, in modo da creare un ambiente di apprendimento più inclusivo e stimolante. In questo contesto, gli studenti non solo imparano le materie scolastiche e i contenuti curriculari, ma imparano anche l'importanza di ascoltare gli altri, rispettare le differenze e costruire legami significativi tra di loro. La guida del professore, nonostante la sua disabilità visiva, diventa un esempio di determinazione e resilienza, ispirando gli studenti a superare le sfide e a crescere non solo come individui, ma anche come comunità. Questa dinamica sottolinea l'importanza dell'apprendimento non solo come un atto individuale, ma anche come un processo di scoperta condivisa e arricchimento reciproco.


In sintesi il romanzo potrebbe essere uno strumento di partecipazione attiva all’ interno della classe. Non solo, potrebbe essere anche una forma e un contenuto per chi si occupa di clima scolastico, di resilienza e della diversità come risorsa.


Buona lettura!


Dott.ssa Giovanna Tammaro

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