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ESPLORIAMO L’ALTA SENSIBILITA’

Immagine del redattore: editedit

L’alta sensibilità è una particolare predisposizione interiore a cogliere, osservare e percepire tanti, seppur piccolissimi, dettagli presenti nell’ambiente; le persone si differenziano nella loro sensibilità verso l’ambiente, infatti, solo una piccola parte (circa il 30% della popolazione) risulta essere altamente sensibile, ovvero maggiormente partecipe anche delle cose che accadono nella vita di tutti i giorni, di provare stati emotivi più intensi. Possiamo quindi dire che l’alta sensibilità agisce come un amplificatore delle cose che accadono nell’ambiente.

Scomponiamo i termini che compongono questo costrutto…

Il termine “sensibilità” fa riferimento alla capacità di conoscere e riconoscere uno stimolo, esterno o interno al nostro corpo, per mezzo degli organi di senso. Implica quindi la capacità del nostro sistema nervoso di avvertire ed analizzare gli stimoli che agiscono sul nostro organismo, fornendoci informazioni su determinate situazioni che possono essere nel qui ed ora. La parola sensibilità comporta un “sentire”, che non implica solamente la semplice attivazione del sistema uditivo, ma anche un “sentire” che si può percepire, ad esempio, a livello tattile, gustativo: sentire la durezza, ruvidezza, di un sasso o sentire la dolcezza del cioccolato. Ma fa riferimento anche ad un sentire un qualcosa di astratto, che non è necessariamente presente davanti ai nostri occhi o vicino le nostre orecchie, ma che ci suscita una sensazione, che a sua volta possiamo definire come una consapevolezza individuale, che io riconosco, associata ad uno stimolo che può essere anche un pensiero o un ricordo che riaffiora nella nostra mente.

Il termine “alto” fa riferimento ad un qualcosa che è elevato rispetto ad uno standard; alto può essere un palazzo, una montagna, un numero, una persona. Con lo stesso termine possiamo indicare qualcosa di profondo, come il mare, o una nota musicale, infatti una nota alta, in musica, è quella nota acuta che sentiamo di più, poiché più “forte”. Alto vuol dire propriamente tanto. E ad alcuni l’altezza può far paura: se vi è un qualcosa di più alto, più grande di noi, probabilmente questo ci potrà sembrare un ostacolo, qualcosa per cui dobbiamo impegnarci al meglio per poterlo gestire e superare. Dunque, mentre per alcuni l’altezza è una sfida, una prova da superare, per altri dall’alto si può godere di un ottimo panorama.

Ora proviamo a descrivere, senza dimenticarci dell’estrema variabilità di tutti noi, come potrebbe essere ad esempio un bambino altamente sensibile… Diviene importante accogliere e valorizzare questa caratteristica sin da bambini per poter meglio comprendere il funzionamento di questi ultimi, soprattutto quando iniziano a relazionarsi con i pari e a frequentare, dunque, i primi anni della scuola.

L’alta sensibilità, infatti, si evidenzia nei bambini sin da piccolissimi (già dai primi mesi) soprattutto, in questo caso, per un tipo di sensibilità ambientale, derivante proprio dal contesto circostante, quindi, ad esempio, da rumori, luci, particolari tessuti di alcuni indumenti. Dunque, i primi segnali che possiamo avere di un bambino altamente sensibile sono proprio quelli in risposta a dettagli sottili. Un’altra caratteristica di questi bambini così piccoli è che possono mostrare un’empatia marcata visibile già dai due, tre anni, non appena i bambini iniziano a relazionarsi con i pari… sì, sin dai tempi della scuola dell’infanzia. Un bambino altamente sensibile può avere reazioni eccessive, intense, a stimoli sia positivi che negativi; in contesti non familiari, come ad esempio quello dell’ingresso alla scuola dell’infanzia, potrebbe apparire più timido degli altri bambini, chiuso, dunque, insicuro; ma in contesti conosciuti e supportivi potrebbe dare il meglio di sé, traendone maggiormente vantaggio; è un bambino che può apparire maggiormente disturbato e infastidito, rispetto agli altri suoi coetanei, da ambienti caotici, come una classe rumorosa, e da stimoli sensoriali eccessivi in generale, a causa della loro profondità di elaborazione delle informazioni.

Può capitare che i bambini altamente sensibili, in situazioni come quelle della messa in atto di comportamenti di bullismo da parte di un coetaneo, siano fortemente preoccupati per la vittima, per le sofferenze e le brutalizzazioni che sta vivendo la vittima, poiché sensibili ai vissuti degli altri e dotati di una forte empatia; parliamo di bambini che talvolta possono diventare loro stessi vittime di bullismo, a causa della loro introversione o inibizione, che possono portarli a isolarsi o ad escludersi dal gruppo dei pari. Potrebbero essere, di contro - come scrive E. Lupo nel suo libro “Il tesoro dei bambini altamente sensibili” - anche quei bambini che, spinti dalla motivazione di agire per gli altri, sentendo gli altrui vissuti, accorrono in difesa delle vittime, esprimendo esplicitamente dissenso nei confronti del bullo.

Una più intensa sensibilità a tanti e piccoli dettagli porta ad un bisogno quasi indispensabile per questi bambini: quello di avere il tempo necessario per poter arrivare ad una forma di controllo del contesto (con tutti i suoi stimoli), in modo tale da permettere loro un’adeguata elaborazione di ciò che accade intorno, per riuscire a comprendere se si trovano davanti ad uno stimolo minaccioso o meno… Tutto questo per avere una maggiore prevedibilità del contesto.

Essere altamente sensibili è al pari dell’avere gli occhi azzurri o i capelli castani: è un tratto genetico, quindi che si eredita e che fa parte del nostro essere nel mondo.


Dott.ssa Irene Maniglio

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