
Potrebbe essere scontato il “dover essere felici” eppure l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha organizzato un evento globale proprio il 20 marzo per ricordare che essere felici è un diritto umano e vale la pena celebrarlo. Ragion per cui dal 2013 ogni anno il 20 marzo si celebra la giornata dedicata alla felicità. La felicità è una delle sei emozioni primarie universali presenti in ognuno di noi; essa ci accompagna sin dalla nascita, con modalità, intensità, sensazioni, stati d’animo differenti.
Quindi perché non provare a essere felici per la maggior parte della nostra vita? Ovviamente non è facile, tuttavia, come afferma Seligman, ognuno è responsabile della propria felicità e ha la capacità di trovare all’interno di se stessi l’attitudine per attirare situazioni positive.
Dal punto di vista neurobiologico, sono stati identificati dei neurotrasmettitori responsabili delle sensazioni che si associano alla nostra felicità, come la dopamina (legata soprattutto alla sensazione di piacere e di soddisfazione) e l’ossitocina (che dipende dai legami sentimentali).
Ma nel contesto scolastico, i docenti come possono aiutare gli alunni e le alunne ad attivare questi neurotrasmettitori? Come possono evitare che gli studenti e le studentesse sperimentino emozioni negative verso la scuola, quali frustrazione, noia e disinteresse?
Vi riporto due pensieri che due alunne hanno condiviso, i quali sono stati spunti di riflessione su cosa, forse, i docenti dovrebbero considerare prioritario.
"Maestra il venerdì sono contenta di venire a scuola perché so che ci sei tu!”
“Maestra queste tre settimane che non ci siamo viste sono state le più tristi della mia vita!”
Da qui, credo che la priorità di ogni docente debba essere quella di creare e organizzare un ambiente di apprendimento che favorisca lo sviluppo di emozioni positive, cioè che trasmetta la percezione nei bambini e nelle bambine di stare bene a scuola, di far accrescere la consapevolezza che il dover andare a scuola è sì un dover ma che quel luogo li farà sentire felici. La scuola è quel luogo dove trascorreranno del tempo dedicato a loro e per loro, dove troveranno adulti di cui fidarsi e non docenti da temere.
Perché la priorità è creare un luogo di benessere, solo così i bambini possono apprendere e imparare al meglio delle loro potenzialità.
Dott.ssa Teresa Longo
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